mercoledì 20 maggio 2009

Le ragioni di una scelta

Perché chiamarsi "il perturbante"? Che cosa intendere con ciò? L'ispirazione arriva dal padre della psicoanalisi, Sigmund Schlomo Freud, il quale, nel 1919, pubblica, sulla rivista Imago un saggio dal titolo Il perturbante (Das Unheimliche), frutto di un'elaborazione che era avvenuta negli anni precedenti, e che non troverà esaurimento nello scritto, ma continuerà nelle riflessioni future.

Ma, detto questo, non abbiamo ancora risposto alla domanda, ovvero non abbiamo ancora chiarito il senso del "perturbante". Esso rappresenta la nostra parte inconscia, la sede delle nostre pulsioni (sessuali e violente) e dei nostri istinti più latenti; è il luogo dove la vera natura dell'inconscio umano si fa presente. E proprio perché esso è simbolo di tutto ciò diventa un qualcosa di perturbante, ovvero un qualcosa che ci turba. Ma la parola, nella sua accezione e nel suo senso tedesco assume una molteplicità di significati e rende molto più esplicita la parola. Infatti "unheimliche" è il negativo (l'opposto) della parola "heimlich", la quale significa una molteplicità di cose, tra le quali casa, luogo abitativo, familiarità, sicurezza, tranquillità, ecc. Ne consegue che il senso della parola ad essa opposta sarà relativo ad un qualcosa di estraneo alla familiarità e alla sicurezza- un qualcosa che ci turba, che è perturbante. Sempre nel saggio, citato Freud argomenta in maniera molto precisa ed accurata la spiegazione del termini- facendo anche delle comparazioni linguistiche. Il concetto di "perturbante" verrà, poi, anche ripreso rielaborato anche da tutti quegli allievi che poi prenderanno le distanze da Freud- si vedrà, a titolo di esempio, il concetto di "perturbante kleiniano", sviluppato dalla scuola di Melanie Klein.

C'è poi un altro significato del concetto di "perturbante", del tutto personale (credo) e non corroborato da tesi avvalorate (e credo anche questo): esso-il "perturbante"- è una sorta di "cappello" (un turbante) che sta sopra la nostra testa, proprio sopra alla psiche ed è la sede di tutte le nostre problematiche ed i nostri disturbi psichici. Esso è un turbante, un copricapo intrecciato; cossichè questo intreccio rappresenta il mescolarsi ed il confondersi confusionato di tutte queste nostre pulsioni.
Questa mia interpretazione sorge anche da un libro, che io studiai l'anno scorso; un libro scritto dalla Klein e dai kleiniani, il quale ha sulla copertina un personaggio che porta un turbante come copricapo. Forse, di primo acchito, potrebbe parere un'interpretazione melensa; ma, a parer mio, un fondamento c'è.

Ecco, allora, spiegato il senso del nome. Ora bisogna cercare di contestualizzarlo al blog.

La serie di pubblicazioni che verranno di volta in volta esposte vogliono essere (senza nessuna pretesa) una sorta di riflessione di carattere filosofico su alcuni argomenti, affrontati con un taglio psicoanalitico (che non farà solo riferimento a Freud, ma anche alla scuola freudiana quindi a Jung, Klein, Jones, ecc.).
Vorrei iniziare con una serie di riflessione sull'arte; in particolare, quello che mi preme trattare è la, quanto mai controversa, questione della definizione. Ma ho anche, è questo lo accenno già, altri argomenti da portare in discussione.
Augurandovi una buona lettura e la possibilità di poter discutere e dialogare insieme, auguro a tutti una buona lettura.

mirko ferrua

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